COME VINCERE LA TUA BATTAGLIA CONTRO IL CALCARE “SOLO” IN QUATTRO MOSSE.

Per combattere il Calcare a casa Alessandro era partito da un “classico”, per poi perdersi nella Giungla più fitta.

Ma era ora di fermarsi!

Scopri come la sua storia può aiutare anche te ad uscirne senza le ossa rotte.

Alessandro è un nostro cliente che ha alle spalle una storia molto dura.

No, non è un reduce del Vietnam e non è perseguitato dalla Giustizia per un crimine che non ha commesso.

Mmmm…mi sa che quest’ultimo era Bruce Banner …

 

Lo sai che in questo Blog parlo esclusivamente di Calcare (e ultimamente di telefilm), quindi ogni mia descrizione la devi sempre contestualizzare.

Eh, eh,eh!

La storia di Alessandro è una storia dura perché a casa era pieno di Calcare.

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Zona Roma Nord, quasi 40 f° (quindi un bel po’ di Calcio), problemi sui rubinetti e sulla caldaia, scambiatori intasati insomma…una storia che in gran parte d’Italia si conosce bene.

Per eliminare il Calcare Alessandro, circa 5 anni fa, si era fatto installare un addolcitore a sali.

 

Ben istallato, per gli ingombri si era fatto costruire uno sgabuzzino in corrispondenza del contatore dell’acqua, aveva fatto fare lo scarico necessario ai controlavaggi dell’apparecchiatura  insomma, un lavoro fatto bene.

Un ‘installazione ” secondo la perfetta regola dell’arte”, qualcuno direbbe .

Ma già questo farebbe di una qualsiasi storia una storia veramente dura anzi, “salata”.

Infatti far funzionare tutti i giorni un addolcitore a sali costa un po’ di soldini, tra acqua che si butta nello scarico, acquisto del sale, consumo di corrente e manutenzioni.

In più si tratta di una storia “salata” anche per un altro motivo: l’addolcitore  ti “insaporisce” nel vero senso della parola l’acqua di casa con il Sale.

Infatti il Calcare che ti incrosta i rubinetti,  la caldaia, la serpentina della lavatrice , della lavastoviglie etc… proviene dalla precipitazione del Calcio contenuto nella tua acqua di rubinetto.

L’addolcitore, per eliminare il Calcare, ti toglie buona parte del Calcio contenuto nella tua acqua e lo sostituisce con il Sodio (cioè il Sale).

E più l’acqua è “dura”, cioè con tanto Calcio al suo interno, più Sodio l’addolcitore dovrà rilasciare nella tua acqua, se non vuoi incrostazioni.

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Se poi chi te lo installa è un professionista lo regolerà  in modo corretto, per non sforare i limiti di legge e per non farti l’acqua troppo “saporita”.

La tua acqua, infatti, secondo la normativa  (D.L. n. 31  del 02/02/01) rimane potabile solo se nella sua composizione non si superano i 200 mg/l di Sodio.

Ma anche qualora questo limite non venga superato è pur vero che passare da un’acqua di rete che ha ad esempio 4 mg/l di Sodio ad un’acqua che ne ha 100-120 Mg/l non è certo la cosa più salutare del Mondo.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda di assumere una quantità limitata di Sodio dagli alimenti e dalle bevande,  oltre la quale aumenta il rischio per alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente da questo meccanismo.

La dose massima consigliata, che non è dannosa per la tua salute,  è di 2 grammi al giorno.

Se mangi  300 g di pizza rossa,per capirci, hai già raggiunto questa quota-limite.

Se al Sodio che già trovi in abbondanza negli alimenti aggiungi anche quello contenuto nella tua acqua (che assimili anche quando ti lavi, bada bene, non solo se la bevi e ci cucini) hai fatto “Bingo!” e aumenti la possibilità di andare dal tuo medico per vincere la pasticchetta che ti abbassa la pressione.

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Il Calcio sicuramente crea il dannoso Calcare che incrosta le tubazioni, ma è molto più salutare per il nostro corpo.

Basta farti un giro su internet per verificarlo.

Nel caso di Alessandro con il Sodio ci erano andati giù pesante, ma “con stile”.

mettere il sale,ma con stile

Nel senso che avevano tarato l’addolcitore intorno ai 7 f° quindi, partendo da quasi 40 f°, stavano immettendo circa 140 Mg di Sodio in ogni litro di acqua di rubinetto.

Eh, che fai? Fai spendere soldi al cliente e poi gli fai ancora vedere quei residui bianchi che lascia l’acqua che evapora sul box doccia?

Così poi ti chiama tutto inviperito?

No, per evitare lamentele  l’addolcitore lo tari basso,basso per togliere quasi tutto il Calcio dall’acqua.

Così i primi tempi che Alessandro lo aveva installato tutto ok, nessuna incrostazione e, ovviamente, nessun residuo o alone bianco su rubinetti, lavandini in acciaio e box doccia.

Fico ( e ci credo! Il Calcio nell’acqua non c’era quasi più!).

Un bel giorno,però, Alessandro nota che quei residui bianchi erano tornati abbondanti come prima.

Era ora di mettere il sale dentro all’addolcitore, forse un po’ prima rispetto alla volta precedente.

Prende il sacchetto del sale, apre lo sportello del locale acque, apre il coperchio dell’addolcitore e…

Mh! Forse l’ultimo sale che gli avevano venduto non era un granché, forse i residui venivano dalla rete idrica, fatto sta che il fondo del contenitore del sale faceva schifo, molto schifo.

Non aveva mai fatto così schifo.

C’era una simil-fanghiglia scura.

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In casa, su indicazione dell’idraulico che lo aveva installato, non usavano l’acqua dell’addolcitore ne’ per bere ne’ per cucinare ma, cacchio,  per lavarsi sì!!

Addolcitore che ti riempie uno sgabuzzino, costi per farlo funzionare, casse di acqua in bottiglia in groppa pure per farsi un caffè o un piatto di pasta e questo era lo spettacolo offerto.

Bell’affare.

E più Alessandro guardava quel fondo del contenitore pieno di sporcizia più , nella sua mente, echeggiava una sola parola: “DEPURATORE”.

Già, proprio così l’installatore aveva chiamato quel macchinario.

“DEPURATORE A SALI”, per la precisione.

Pensa se non depurava.

Certo, l’errore era suo, cioè di Alessandro, perché  l’installatore si era comunque raccomandato di mettere sempre il sale nel tino.

“DEPURATORE A SALI…DEPURATORI A SALI”….MMMMH..

Con questa parola in testa Alessandro comincia un po’ a documentarsi e si rende conto di una cosa.

Non solo l’addolcitore a sali non depurava alcunché ma, secondo la  legge, proprio non poteva chiamarsi “depuratore”.

“Nessuna apparecchiatura può essere propagandata o venduta sotto la voce generica di “depuratore d’acqua”, ma solo con la precisa indicazione della specifica azione svolta” (DM  25 del 2012 , Art.8 Punto 2).

E questo era il primo punto.

Il secondo punto era che Alessandro si era documentato pure sul discorso del troppo Sodio e della Salute.

E questo già lo aveva intuito dalle raccomandazioni dell’installatore, che gli aveva detto di non usare l’acqua dell’addolcitore per bere e cucinare.

Il terzo punto era che, in più,  aveva scoperto anche un’altra cosa poco carina.

Aveva scoperto, anche consultando i siti degli stessi costruttori di addolcitori, che se con l’addolcitore ti dimentichi di metterci dentro il sale, di pulire periodicamente a fondo  il contenitore apposito, di far fare le manutenzioni professionali, anche con sterilizzazioni programmate dell’impianto , nel tempo rischi di prenotare non solo del semplice terriccio o sporcizia dentro ad un tino,  ma direttamente  una bella scarica di batteri, anche pericolosi, su qualche rubinetto di casa.

La carica batterica si può formare sia nel tino del sale che nelle resine non risciacquate e periodicamente disinfettate.

E lì altro che semplice disgusto, si  corre il rischio di finire proprio all’ospedale.

Ah, ecco!

Alessandro pensava che se dimenticava il sale al massimo si ritrovava di nuovo le incrostazioni di Calcare, non certo una puntata intera del Dr. House dentro casa, dove ti becchi il batterio strano, nessuno capisce cos’hai e  poi, quando sei ricoverato all’ospedale arriva lui che prima sbaglia diagnosi e poi capisce quella giusta.

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Intanto, con in più tutte queste informazioni, quel fondo del tino del sale pieno di sporcizia Alessandro se lo sognava anche la notte anzi, lo vedeva anche quando era ancora sveglio.

Tipo quando vai a pesca tutto il giorno, poi vai a letto, chiudi gli occhi e ti compare davanti il galleggiante.

Qui però sentiva di essere lui il pesce.

Alessandro,così,  aveva capito 2 cose:

  1. non era tagliato, nonostante fosse un tipo preciso, per fare tutte le manutenzioni periodiche necessarie per far funzionare il suo addolcitore senza patemi batterici;
  2. non era capace di togliersi dalla mente i soldi che aveva speso per “NON POTER BERE” la sua acqua di rubinetto .

In più, ironia della sorte, proprio nel momento di questa “rivelazione” ad un certo punto il suo addolcitore sembrava impazzito.

Faceva scarichi continui di acqua senza fermarsi.

Il “controlavaggio” che serve per riempire di nuovo le resine di sale , invece di durare qualche ora stava durando un giorno, non si fermava più e l’addolcitore scaricava litri e litri di acqua nello scarico senza fermarsi.

Un segno del destino?

Nono si sa.

Fatto sta che  così finiva, dopo circa 2 anni, la storia di Alessandro e del suo addolcitore.

Adesso però cominciava la storia di Alessandro nuovamente pieno di Calcare, che cercava un’alternativa valida all’addolcitore che lo aveva tanto deluso.

Da buon ingegnere delle telecomunicazioni, fiducioso nel progresso della Scienza e curioso come un gatto che trova una scatola di cartone, Alessandro si era messo in testa di trovarla.

“Ma ti pare”- pensava – ” che adesso che siamo nel Terzo Millennio non si trova una soluzione diversa dall’addolcitore,più moderna,più ecologica, che agisce solo sul Calcare e non mi modifica l’acqua di rete?”.

La curiosità è un’ottima cosa.

..ma può avere i suoi effetti collaterali…

Alessandro alle prese con i nuovi trattamenti anticalcare

 

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Alessandro inizia la sua ricerca.

Studia, confronta, analizza.

E trova.

Tra varie ipotesi analizzate la sua scelta ricade , ormai circa 3 anni  fa, su un’apparecchio veramente innovativo,bello da vedere, ben confezionato.

Era un tubicino di acciaio sulla carta molto efficace, pieno di tecnologia e la spiegazione tecnica del venditore era affascinante…

Alessandro lo fa montare.

Così passa un altro anno con questo macchinario montato, ma purtroppo quel tubicino supersonico non portava nessun risultato.

Il Calcare accompagnava le giornate di Alessandro e famiglia tale e quale a prima, come un fedele compagno di viaggio legato per la vita.

I geberit facevano il solito rivolo di acqua che fa il geberit che non chiude bene a causa del Calcare, i rubinetti si incrostavano, lo scambiatore della caldaia aveva già richiesto il suo tributo: un bel lavaggio acido da 150€ e dita incrociate fino all’anno successivo.

Alessandro alle prese con il suo tubo anticalcare supersonico

Alessandro chiama il venditore del suo apparecchio.

Sembra che il problema sia la pressione della sua acqua in entrata.

Ci vuole una pressione ottimale in entrata di “x punto qualcosa”, quindi serve un aggiornamento del macchinario regolato in base a questa pressione che ha Alessandro dopo il suo contatore dell’acqua.

Passano altri 6 mesi e finalmente arriva l’aggiornamento.

Mmmm…

Alessandro è un ingegnere, di pensiero pratico.

L’apparecchio, anche con il tanto sudato aggiornamento, non funzionava lo stesso.

E non avrebbe mai funzionato.

Così, con il Calcare ormai membro onorario della famiglia, decide di abbassare le sue aspettative.

Prova a farsi rimborsare i soldi dell’apparecchio e si orienta verso i più conosciuti sistemi elettromagnetici.

 

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Ma questa volta partiva meno convinto della volta precedente.

Anche perché non aveva a riguardo recensioni incoraggianti dal suo installatore.

Comunque “hai visto mai che per un qualsiasi motivo chimico-fisico-astrale a casa mia funziona?” Pensava.

Intanto era costato meno dell’addolcitore e molto meno del “Supertubo”.

Come inizio era già qualcosa.

Anche questo apparecchio era bello da vedere e all’inizio sembrava addirittura funzionare o quanto meno i rubinetti sembravano non incrostarsi.

Peccato che dopo circa quattro mesi l’idillio era svanito.

Secondo lavaggio acido alla caldaia, che si sommava alle spese del primo lavaggio acido alla caldaia.

E questi  si sommavano alle spese:

  • dell’addolcitore a sali;
  • dell’installazione dell’addolcitore a sali;
  • del primo “Supertubo anticalcare”;
  • del secondo apparecchio elettromagnetico anticalcare;
  • degli interventi dell’idraulico sui geberit.

Ora ad Alessandro gli cominciavano un po’ a girare le scatole . Era diventato una belva.

In circa 4 anni aveva speso un patrimonio per liberarsi del Calcare senza risultati.

Alessandro dopo le spese anticalcare senza risultato

 

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Ma davvero tu, ingegnere delle telecomunicazioni, fiducioso nei progressi della scienza, nel Terzo Millennio..

Tu! Ti puoi rassegnare a “olio di gomito, Viakal e spugnetta”, ai salassi degli idraulici, alle bollette del gas maggiorate a causa del Calcare che incrosta scambiatori e serpentine, all’acqua “pesante” da bere, ai rubinetti intasati?

Sì.

Alessandro si era rassegnato.

Aveva lasciato attaccato l’ultimo apparecchio elettromagnetico così, perché forse qualcosina l’avrebbe fatta..

Per il resto passava le giornate a guardare il rivolo di acqua che usciva dal geberit intasato di calcare, poi andava a lavoro,  poi chiamava l’idraulico per smontare il secondo geberit intasato di calcare,  poi accompagnava e riprendeva i nipotini a scuola, poi metteva a bagno i rompigetto dei rubinetti nell’aceto, poi leggeva qualcosa.

Ma un giorno all’improvviso il suo idraulico,mentre gli smontava il terzo geberit intasato, gli fa: “Ho montato qui vicino un apparecchio nuovo, che questa volta il Calcare lo elettr…no..LO IONIZZA!”

“Sì,buonanotte! Ma che ti credi? Non mi fregate più!” Gli dice Alessandro.

Le aveva sentite di tutti i colori su questo Calcare: chi lo “magnetizza”, chi lo “sonicizza”, chi lo “microcristallizza”, chi lo ” bombarda di ultramegaimpulsi” ma intanto lui era sempre lì, a parlare col suo idraulico che gli stava sturando il geberit pieno di incrostazioni.

“Ma questa volta era diverso”.

Anche questa frase l’aveva già sentita, gliel’avevano già detta il venditore del primo  “Supertubo” e quelli del Call Center del secondo apparecchio.

“Ma questa volta era diverso DAVVERO”.

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Mh! Questa frase Alessandro doveva ammettere che era la prima volta che la sentiva.

“E perché questa volta è diverso davvero?” – chiese Alessandro.

Perché nei mesi che non si erano visti il suo installatore ne aveva installati già alcuni con grossi risultati, qualcuno vicino ad Alessandro ma soprattutto, udite udite, ce n’erano già decine che funzionavano da circa 3 anni a FIANO ROMANO! Li aveva visti con i suoi occhi.

Fiano Romano???

Se non sei di queste parti e non sei del settore idraulico bisogna che ti faccio una piccola premessa.

Hai presente quei modi di dire dove, per rafforzarne il significato accompagni un aggettivo con una similitudine?

Te la faccio un po’ meno  “alla Petrarca”.

Hai presente quelle espressioni tipo  “veloce come il vento”, “bella come un angelo”, “preciso come un orologio svizzero”.

Ecco, qui da queste parti,quando vuoi indicare un’acqua di rubinetto particolarmente piena di Calcare dici ” hai l’acqua come a Fiano Romano”.

A Fiano Romano l’acqua pubblica è un misto di acqua che proviene da pozzi comunali a 100-150 f° e in parte dall’acquedotto.

Solo grazie a questa miscelazione in alcune parti del paese hai l’acqua tra 50f° e 80f°.

Se questo macchinario funzionava lì , fermi tutti! Funzionava davvero.

Alessandro fa una rapida ricerca su internet.

Dopo due anni dall’abbandono dell’addolcitore gli era tornata la verve dei primi tempi.

Evviva la Scienza! Evviva il Terzo Millennio!!!

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Si sentiva di nuovo come un surfista che si stava preparando per l’arrivo del Big One!

Trova il mio Blog, mi scrive  ed in circa 48 ore ha il suo Poseidon.

Il Poseidon di Alessandro

Sono stato il più chiaro possibile.

Anche perché Alessandro e la moglie erano abituati a non vedere nemmeno la minima traccia di bianco sui rubinetti, quindi andavano informati su cosa fa e cosa non fa il Poseidon.

Il Poseidon non toglie il Calcio dall’acqua ma lo trasforma in Bicarbonato di Calcio, che non aggrega e non incrosta.

In più ripulisce anche le tue tubazioni e gli scambiatori dalle vecchie incrostazioni di Calcare.

Quindi se non si asciugano i rubinetti o il box doccia , quando tutta l’acqua evapora da queste superfici il bianco del Calcio si continua a vedere.

La differenza è che non c’è nulla di incrostato, quindi basta una panno umido (senza Viakal o prodotti chimici simili! Basta l’acqua) e il bianco va via.

Certo, se lasci passare una settimana anche il Bicarbonato di Calcio precipita, e magari una punta di sapone serve.

Tra l’altro nei primi mesi,la ripulitura delle vecchie incrostazioni di Calcare te la ritrovi ogni tanto anche sui rompigetto dei tuoi rubinetti, sotto forma di piccole schegge e sassolini.

Ma è solo appoggiata! Quindi non ti preoccupare, devi solo fare la semplice operazione di svitare e sbatterla via.

Ecco cosa trovi sui rompigetto quando Poseidon comincia a portare via le vecchie incrostazioni dalle tue tubazioni e dallo scambiatore delle caldaia

Alessandro aveva trovato il compromesso ideale.

L’acqua trattata con Poseidon ora la poteva bere anzi, era anche più leggera e gradevole di quella “standard” dell’acquedotto comunale.

All’interno delle tubazioni non si formano incrostazioni , quindi niente più geberit con il rivolo di acqua che perde, niente più lavaggi acidi o interventi dovuti al Calcare sulla caldaia, niente rubinetti incrostati o attappati di incrostazioni.

Il Bianco sul box doccia si vedeva ma era facile da rimuovere.

Ora sono circa sei mesi che l’ha installato.

Abbiamo fatto il controllo di routine ed è tutto ok.

Il suo impianto si sta ancora ripulendo dalle vecchie incrostazioni.

Tra qualche tempo, finita la ripulitura, non solo potrà smettere di svitare ogni tanto i rompigetto per mandare via i vecchi residui (o dovrà farlo molto,ma molto più di rado), ma avrà tutto il suo impianto idraulico che sarà tornato al suo interno come nuovo.

Così risparmierà dal 10% al 30% di  gas e corrente per scaldare la sua acqua.

Inoltre ha già dimezzato l’uso dei saponi, come ci siamo raccomandati di fare.

E’ stata dura, ma dopo varie e costose peripezie la quadra del cerchio l’ha trovata anche Alessandro.

Finalmente aveva trovato la soluzione più comoda ed efficace.

Dopo solo 5 anni!

Alessandro e il suo Poseidon

Evviva il terzo Millennio!

Se vuoi sfruttare l’esperienza di Alessandro a tuo vantaggio , senza buttare soldi in soluzioni che non ti soddisfano,la cosa da fare é semplice: premi il pulsante blu ” CERCA IL TUO POSEIDON”.

Troverai il Poseidon giusto per te e per le tue esigenze!

Max

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