ACQUA DI POZZO PIENA DI CALCARE E “NON SICURA”?

Scopri come la storia di Stefano potrebbe tornarti utile se anche tu come lui hai un pozzo artesiano e non sei sicuro della tua acqua.

Oggi ti voglio parlare un po’ dell’acqua di pozzo, di un’acqua cioè considerata  come “non sicura” perché non controllata tutti i giorni come l’acqua di rete.

Te ne parlerò attraverso un caso specifico: la storia di Stefano.

Vedrai che ciò che stai per leggere sarà utile anche a te.

Stefano è un ragazzo che assieme al padre di mestiere scavava pozzi artesiani, e va bene che il calzolaio va in giro scalzo… ma Stefano il suo bel pozzo artesiano a casa sua se l’è scavato senza se e senza ma, alla faccia dei luoghi comuni!

Quindi alla fine dei lavori, Stefano in casa sua aveva sia la normale acqua di rete che quella di un pozzo.

All’inizio l’acqua del pozzo la utilizzava un po’ come fanno tutti quelli che non sono tanto sicuri della qualità dell’acqua della vena… quindi ci irrigava, ci riempiva la piscinetta d’estate per i ragazzini e ci lavava la macchina.

Niente di più e niente di meno.

Però aveva sempre in mente quel pallino di staccarsi dalla rete idrica ed utilizzare la sua bella e fresca acqua di pozzo per tutta la casa.

Con l’arrivo dei bambini il consumo di acqua era salito alle stelle, e questo era una nota dolente ma affrontabile… se non che da un giorno all’altro il suo gestore aveva cominciato a dare dei disservizi.

Sul più bello sotto la doccia l’acqua non arrivava più.

Oppure, a volte, capitava che l’acqua andava via proprio quando c’era da fare una quantità industriale di lavatrici ( si sa quando si hanno due bimbi piccoli quale enorme quantità di panni sporchi si accumulano normalmente) e senza acqua non potevi far altro che aspettare e vedere quella montagna di panni da lavare che aumentava quasi fosse provvista di vita propria.

Com’è… come non è… un bel giorno Stefano, stanco di questi continui disservizi, fa l’unica cosa che poteva fare… manda l’acqua di pozzo in tutta la casa.

Ci ha pensato molto bene se farlo oppure no, perché aveva sempre il timore che nell’acqua del suo pozzo ci potessero essere chissà quali batteri.

Nel dubbio intanto, prima di decidere su come intervenire a riguardo, per bere e cucinare aveva iniziato ad usare l’acqua minerale in bottiglia.

Come inizio era meglio di niente.

Certo, adesso non si lavava più fischiettando con spensieratezza e tra uno shampoo e l’altro pensava sempre se si era insaponato o meno con qualche batterio presente nella sua acqua.

Ed era ancor meno spensierato se pensava al bagnetto dei bimbi.

Mmmmh.. questo dubbio andava risolto alla svelta.

Ma oltre a questo Stefano aveva anche un secondo problema, e questo più che un dubbio era una certezza: la sua acqua di pozzo era piuttosto “dura”, molto calcarea, forse anche più dell’acqua di rete che aveva prima.

Ora l’acqua ce l’aveva sempre, ma più ne aveva, più la usava e più vedeva aumentare i problemi di Calcare che  già aveva prima, sia sulle apparecchiature idrauliche che sui rubinetti.

Doveva pulire sempre più spesso i rompigetto incrostati dei suoi rubinetti, vedeva che di ammorbidente per le lavatrici adesso ne servivano dei litri, se non voleva dei vestiti rigidi come il cartone, ma soprattutto era preoccupato per la sua caldaia che certamente, con tutto quel calcare, avrebbe avuto vita breve.

Insomma, per tutta questa serie di motivi, provvisoriamente Stefano decise di installare un grosso filtro ai polifosfati subito dopo l’uscita del pozzo.

Ben più grande del solito bicchierino che si mette sotto la caldaia.

Ma i sali si consumavano in continuazione e gli toccava riempirlo almeno una volta a settimana.

Era giunto il momento di rimediare in modo definitivo, sia sul fronte “batterico” che sul fronte “Calcare”!

E bisognava farlo al più presto.

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Ora in questi casi, secondo te, cosa ti si presenta davanti di solito se da un lato hai un’acqua molto calcarea e dall’altro temi che non sia “sicura” a livello di batteri?

Che soluzioni ti offrono?

Beh, nel 99% delle volte le opzioni più gettonate che ti propongono in Italia sono quasi sempre due.

Le senti ovunque: dal tuo idraulico, da chi ti chiama al telefono promettendoti acqua pura, oppure le senti pubblicizzate alla radio.

Fanno capolino anche nei centri commerciali. Hai presente quando sei appena uscito con la spesa e mentre cammini verso l’uscita ti viene il dubbio se hai comprato o no il guanciale  per fare la pasta all’ amatriciana?

Sai di cosa parlo, mentre tu sei lì che cerchi di fare mente locale e stai rovistando tra le tue buste in cerca della preziosa materia prima di origine suina, un signore gentile interrompe le tue ricerche per parlarti di acqua.

Ti è mai capitato?

Comunque, sentite o no, eccole qui le due soluzioni più in voga in Italia:

  1. Per eliminare il Calcare ti propongono di installare un addolcitore  a sali (o depuratore, che è più fico e rassicurante) a monte di tutta tua utenza idrica.
  1. Per gli eventuali batteri ed inquinanti ti propongono, in aggiunta all’addolcitore o anche da solo,  un altro bel depuratore (che è sempre fico e rassicurante, quindi chiamano così anche questo), ad “osmosi inversa”, da mettere sotto al lavello della cucina per farti l’acqua buona per bere e cucinare.

Questa seconda soluzione , tra l’altro, te la propongono anche per l’acqua di rete, figurati se la tua acqua è di pozzo.

Già, perché anche nell’acqua di rete “non si sa mai che inquinanti ci sono dentro”!

Il nostro amico Stefano non poteva certo fare eccezione a questa legge del 99%, così anche lui doveva  necessariamente passare per entrambe le due gettonate proposte.

O meglio così sarebbe stato, ma lui aveva un vantaggio: con il suo vecchio lavoro conosceva bene la soluzione dell’addolcitore a sali e non gli piaceva.

“Batteri o non batteri” – pensava Stefano-  “la mia acqua è comunque un’acqua di falda, che passa attraverso le rocce e ne prende i sali minerali. Perché devo montare un apparecchio come l’addolcitore a sali, che sostituisce il Calcio naturalmente contenuto nella mia acqua con del sale? E poi, che io sappia, il Calcio fa bene alla salute mentre il sale fa male”.

Tra l’altro Stefano,come soluzione “tampone” contro il Calcare ,stava già usando  i polifosfati, che sono sempre sali, non era nemmeno sicuro  se facessero bene o no e sinceramente avrebbe voluto eliminare anche quelli… quindi perché sostituirli con altro sale?

Tra l’altro di quei sali ai polifosfati ne stava già consumando parecchi, e doveva ricaricare  quel bicchierone  in continuazione … così si chiedeva “Ma quanto altro sale dovrò mettere con l’addolcitore per avere qualche risultato positivo, e quanto mi dovrò spaccare la schiena per caricarmi tutti quei sacchi di sale?”

Come avrai capito Stefano si stava facendo un sacco di domande alla ricerca di una soluzione praticabile e cercava di pensarle proprio tutte .

Il fatto di avere un trattamento con i Sali non gli piaceva affatto, in più si era ricordato di un’altra cosa: “Ah! Come se non bastasse all’addolcitore serve uno scarico , perché deve fare quei controlavaggi per rigenerare le sue resine, ma attualmente lo scarico non c’è l’ho, lo dovrei fare io!”

Quindi… come avrai capito ormai il risultato di tutti questi pensieri era:

No, niente addolcitore, non lo voglio. Sale per sale allora mi tengo il bicchierone di polifosfati.”

Così la prima gettonatissima opzione  Stefano l’aveva scartata  in partenza.

Rimaneva la seconda: quella di mettere l’osmosi inversa per avere almeno un’acqua buona per bere e cucinare.

Su questa soluzione Stefano non era tanto ferrato.

Così, sempre secondo la legge del 99% che ho esposto sopra, Stefano ha sfruttato l’approccio “centro commerciale” e sicuro di avere il guanciale per l’amatriciana sotto il braccio… ha accettato di invitare a casa sua l’operatrice di una ditta specializzata per una dimostrazione.

Adesso spostiamo il nostro racconto e andiamo a casa di Stefano.

Mettiamoci tranquilli, seduti nella sua cucina… un po’ defilati per non dare fastidio ed assistiamo con lui alla dimostrazione della gentile signorina.

Durante la dimostrazione, fatti dei rapidi rilievi con delle provette, l’operatrice gli ha fatto notare che la sua acqua era molto dura.

55 Gradi Francesi!

Eh, la peppa !!

Troppo Calcare!

Per bere un’acqua più leggera e per evitare i “metalli pesanti” e gli inquinanti sicuramente contenuti nella sua acqua di pozzo la soluzione perfetta, sempre secondo l’operatrice, era proprio l’osmosi (guarda caso) da installare sotto il lavandino della cucina.

Come funzionava l’apparecchio?

L’osmosi funziona così:

  • l’acqua di pozzo di Stefano entrava dal tubo dell’acqua fredda del lavandino  nell’osmosi, dove veniva filtrata.
  • Ogni tre litri di acqua fredda che entravano nell’osmosi due andavano nello scarico del lavandino come “scarto” della filtrazione ed un litro, perfetto per bere e cucinare,  usciva da un apposito rubinettino “depurata” (appunto) di tutti quei “metalli pesanti” , quegli inquinanti e quei batteri che sicuramente erano presenti.

Poi, dopo la spiegazione, una bella tisana. Ma anche questa faceva parte della dimostrazione… che più che una dimostrazione, sembrava un copione ben delineato che seguiva battuta dopo battuta.

Infatti la tisana era venuta  brutta e scura con l’acqua di pozzo di Stefano e invece era venuta chiara e delicata alla vista con l’acqua filtrata dall’osmosi.

Questo dimostrava, almeno per l’operatrice, che l’acqua di Stefano era piena di “inquinanti”.

Fine della dimostrazione.

Stefano, salutata cordialmente l’operatrice e rimasto da solo, si mise un po’ perplesso a riflettere:

“Certo, che strane conclusioni… Ma non era più sicuro partire almeno con un’analisi di laboratorio della mia acqua di pozzo?”

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Tra l’altro pensava “Questa osmosi sarebbe comunque una soluzione parziale del mio problema. Magari se ho un’acqua depurata smetto di comprare l’acqua in bottiglia per bere e cucinare, certo… ma come risolvo il problema del Calcare per casa?

Continuerò per tutta la vita a riempire tutte le settimane quel bicchierone di polifosfati che ho messo? Dovrò davvero mettere l’ addolcitore che non voglio installare? E come risolvo poi con i batteri nel resto dell’acqua di casa, con cui ci laviamo tutti quanti?

L’osmosi ce l’avrei solo per l’acqua della cucina.

Che facciamo, ci laviamo per sicurezza i denti sempre in cucina perché solo lì ho l’acqua “depurata” e sicura? E il bidet dove ce lo facciamo? Metto un’osmosi per ogni lavandino e doccia? Esisterà un’ osmosi centralizzata per trattare tutta la mia acqua? Ma quanta acqua mi consumerà per farmi tutta l’acqua depurata di cui abbiamo bisogno ogni giorno anche per lavarci?”

Dunque…se l’osmosi fa 1 litro buono ogni 3 litri filtrati e se mi servono 400 litri al giorno… 400×3=1200 Litri di acqua consumata ogni giorno e ne butto 800 nello scarico? Bello spreco.”

Insomma, la visita della signorina l’aveva lasciato con più domande che risposte.

In pratica nemmeno la soluzione 2 lo aveva soddisfatto.

Un bel dilemma.

L’ultima spiaggia era  Davide, il suo amico idraulico, anche se Stefano era quasi sicuro che gli avrebbe proposto anche lui il solito addolcitore o la solita osmosi.

Tentar non nuoce e infatti Davide lo ha sorpreso così: ” Chiama questo numero. Ho montato una sua apparecchiatura proprio qui vicino”.

Ed eccoci a casa di Stefano.

Mi parla dei suoi problemi, del Calcare e (forse) dei batteri e i “metalli pesanti” nella sua acqua di pozzo, gli chiedo se le soluzioni che gli avevano proposto lo avevano convinto e mi dice, giustamente: “Se mi avessero convinto non stavi qui a parlare con me.”

Non fa una piega.

Per acque con cariche batteriche importanti e/o con metalli pesanti da eliminare abbiamo le nostre soluzioni, ovviamente naturali, efficaci e definitive.

Dovevo vedere se era il caso o meno di intervenire con queste.

Così insieme a lui (e a questo punto insieme a te, se hai problemi simili a quelli di Stefano) cominciamo ad andare per gradi, iniziando dal primo punto fondamentale.

Un punto molto semplice da realizzare, a cui tra l’altro Stefano era arrivato anche senza il mio aiuto:

Regola 1  

Se a casa hai solo acqua di pozzo o vuoi usare solo acqua di pozzo:

“Fai le analisi chimiche e batteriologiche della tua acqua di pozzo”.

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Per decidere cosa fare la prima cosa da sapere è che tipo di acqua devi trattare, sia dal punto di vista chimico che batteriologico.

Per l’acqua di rete pubblica, a meno che tu non abbia un grosso serbatoio, magari condominiale e che magari non si pulisce dall’anno 2008, queste analisi non servirebbero.

L’acqua pubblica è sempre sicura!

Se non lo è esce subito d’urgenza un’ordinanza del Sindaco, che ne vieta l’uso.

Per un’acqua di pozzo, che magari capta l’acqua da una falda lunga dei chilometri, le analisi invece servono eccome.

Ma bada bene, analisi di laboratorio! Non basta una provetta, un reagente o altro apparecchio che le faccia “in loco”. Non avresti risultati attendibili.

Insieme a Stefano, quindi,  seguiamo la “Regola 1” e facciamo fare le analisi ad un laboratorio di zona che… a quanto pare… ci ha certificato che oltre a saper scavare pozzi la famiglia di Stefano ha un certo talento da rabdomanti, perché non solo Stefano ed il padre all’epoca hanno trovato l’acqua… ma l’hanno trovata proprio buona.

ZERO CARICA BATTERICA E ANALISI CHIMICHE OK!

Praticamente Stefano ha un’acqua che potrebbe scorrere tranquillamente anche nelle tubature di casa tua, ed in più senza quel Cloro che ogni tanto si sente nell’acqua di rete.

Un’acqua che rispetta tutti i parametri di potabilità dell’acqua pubblica.

Ma che vuol dire “rispettare i parametri di potabilità dell’acqua pubblica”?

Questo è un argomento che sembra semplice ma invece spesso confonde, quindi mi piacerebbe renderti chiaro un concetto.

Magari da qualcuno hai sentito dire questo: “acqua potabile non vuol dire che è sana e pura, vuol dire che sì, te la puoi bere, ma giusto perché per legge non supera certi limiti di inquinanti che potrebbero essere dannosi. Se non la bevi è meglio”.

Ecco, questa è una bella fandonia.

Il Gestore di Rete Idrica, di norma, controlla più volte al giorno se ci sono contaminazioni batteriche oppure no nell’acqua.

L’acqua di rete è sempre sicura fino al punto di consegna e, tra l’altro, praticamente in tutta Italia ha sempre il giusto apporto di sali minerali che la rendono un “alimento funzionale”.

“Alimento funzionale” significa che quella è l’unica acqua che puoi davvero bere tutti i giorni, che non apporta squilibri fisiologici e integra in modo armonioso il fabbisogno giornaliero di sali minerali importanti come Calcio e Magnesio.

Quindi acqua potabile = acqua sanissima.  Ok?

Tornando all’acqua di pozzo di Stefano, che abbiamo visto essere di ottima qualità, potabile e quindi sanissima, c’era però un solo neo… la DUREZZA A 40 f°.

Non erano 55 f° come sembrava, ma quella grossa quantità di Carbonato di Calcio (Calcare) avrebbe provocato sicuramente le incrostazioni e i problemi che tutti conosciamo e che Stefano stava, suo malgrado, già sperimentando sulla sua pelle.

Per la salute della famigliola di Stefano  invece nessun problema, anzi, il Calcio fa bene e lui lo sapeva.

E quindi? Cosa serviva a Stefano?

A Stefano non serviva nessun addolcitore, nessuna osmosi e nessun nostro macchinario specifico studiato per la potabilizzazione senza l’uso di chimica.

A Stefano è bastato montare un POSEIDON subito dopo il suo serbatoio di accumulo dell’acqua fredda, per eliminare per sempre il problema del Calcare e godersi la sua acqua di fonte.

Pura, sana e senza batteri.

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In aggiunta però, cosa che gli abbiamo fatto fare subito, doveva tirar via quel bicchierone di polifosfati montato provvisoriamente all’uscita del pozzo!

Non solo non risolveva i suoi problemi di Calcare e adesso sarebbe stato inutile con il Poseidon, ma peggiorava non poco la qualità di tutta la sua acqua, fredda e calda.

Però… c’è un “però”.

L’acqua di Stefano va monitorata costantemente e almeno tre-quattro volte l’anno, deve far fare le analisi di laboratorio per confermare che è rimasta sana e potabile.

Stefano ha preso il suo POSEIDON, se lo è montato da solo (tra l’altro molto bene), ed ora si gode la sua acqua.

Ha ricominciato a farsi le sue docce fischiettando spensieratamente, fa fare lunghi e giocosi bagnetti ai figlioli e tutta la famiglia beve un’acqua sanissima e leggerissima.

Ha anche dimezzato l’uso di saponi e dimenticato gli ammorbidenti (la moglie ne mette giusto una goccia per profumare il bucato) e la sua caldaia è tornata al sicuro da incrostazioni e manutenzioni dovute al Calcare.

Non male vero?

Per un’acqua di pozzo che sembrava avere chissà quali inquinanti davvero un bel lieto fine.

Certo, Stefano ha avuto dalla sua parte abilità e fortuna per trovare un’acqua di pozzo di una qualità così elevata a cui è bastato solo correggere la durezza per renderla perfetta.

Ma anche tu, se hai un pozzo, potresti avere la stessa fortuna. Fai le analisi di laboratorio e scoprilo!

Se poi hai il Calcare sai cosa fare, basta premere il pulsante blu.

Max

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